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Appalti pubblici: la Commissione europea propone una revisione delle direttive sui ricorsi

» 30.06.2006

La Commissione europea ha recentemente adottato una proposta di direttiva allo scopo di rafforzare i diritti dei ricorrenti nel settore degli appalti.

Attualmente, i ricorsi in materia di appalti sono regolati dalla Direttiva 89/665/CEE (riguardante gli appalti di lavori, servizi e forniture) e dalla Direttiva 92/13/CEE (che regola i settori "speciali"). Tuttavia, i ricorsi in caso di contestazione di un’aggiudicazione sono molto difficili, in quanto la firma del contratto rende quasi sempre irreversibile l’aggiudicazione dell’appalti, generando spesso una sorta di "corsa alla firma". In questo modo, l’unica consolazione nel caso in cui il ricorso venga accolto è il pagamento di un’ammenda. Anche nel caso in cui si procede ad un affidamento diretto illecito, senza pubblicazione di un bando, è molto difficile per un possibile contraente fare valere i propri diritti.

Per rendere effettivo il diritto di ricorso, la Commissione propone di rendere obbligatorio un periodo sospensivo di dieci giorni per gli appalti coperti dalla direttiva sugli appalti pubblici (sono quindi fatti salvi, tra gli altri, gli appalti sotto soglia) durante il quale la firma del contratto non può avere luogo, per dare modo a chi ne avesse il diritto di ricorrere.

La Direttiva stabilisce anche le deroghe, le modalità del periodo di sospensione e indica chi è responsabile dei controlli.


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